“Questo è un piccolo passo per un uomo, ma un balzo da gigante per l’umanità.” Neil Amstrong.
Dopo anni di dubbi, ipotesi di complotto e cospirazioni governative su un “falso allunaggio” dell’Apollo 11, ci pensa NVIDIA, nota casa produttrice di processori per schede grafiche, a “far luce” sulla faccenda ricostruendo, in realtà virtuale (render), tutto il processo dell’arrivo dell’uomo sulla Luna.
Utilizzando la potenza di calcolo delle schede grafiche e la versatilità del nuovo processore “Maxwell”, NVIDIA ha completamente ricreato la situazione raffigurata nella splendida fotografia scattata da Armstrong a Buzz Aldrin mentre scendeva dalla scaletta del modulo lunare.
Ricordiamo che la celebre foto fu scattata con una Hasselblad (marchio di macchine fotografiche già pioniere negli anni 60/70) che fu la prima macchina fotografica ad andare nello Spazio! (qui trovate l’articolo completo “Hasselblad celebra i 40 anni dallo sbarco sulla luna dell’Apollo 11”).
Nel video, in inglese, vengono toccati degli argomenti “fotografici” importanti.
Il primo è che nello spazio, non essendoci atmosfera ed aria, la luce si propaga diversamente da come accade sulla terra. Il soggetto ritratto nella foto anche se è in ombra viene illuminato (da luce riflessa) dalla superfice bianca della tuta del fotografo e dal suolo lunare (nel video viene chiamato Moon Dust).
Il secondo è la risposta alla domanda “perché non si vedono le stelle nel cielo” e si parla appunto di gamma dinamica spiegando che per “esporre correttamente sul cielo” e quindi per far venire le stelle, bisognava “bruciare” tutto il resto: in tal caso la superfice lunare, il modulo di allunaggio e l’astronauta sarebbero stati completamente e “irreversibilmente” bianchi.
Di sicuro si continuerà a parlare ancora di questo “caso”; 45 anni non sono bastati a svelare la verità. Io personalmente credo che l’uomo sia andato davvero sulla Luna nel 1969! Nell’attesa di tornarci il lavoro della NVIDIA aiuta ad aggiungere qualche tassello contro la “teoria del complotto” (che sostiene, appunto, che l’allunaggio sia stato ricostruito negli studi di Hollywood durante la Guerra Fredda).