“È stato annunciato il vincitore del World Press Photo of the Year, il più importante premio del più importante concorso di fotogiornalismo al mondo, organizzato dall’omonima fondazione olandese dal 1955: è il fotografo venezuelano Ronaldo Schemidt, che lavora per l’agenzia Agence France-Presse. La fotografia con cui ha ottenuto il premio mostra un ragazzo di 28 anni che indossa una maglietta che sta bruciando; è stata scattata durante una manifestazione di protesta contro il presidente venezuelano Nicolas Maduro, avvenuta a Caracas nel maggio 2017. La foto ha anche vinto il primo posto nella categoria Spot News, immagini singole.
Il ragazzo nella foto si chiama José Víctor Salazar Balza e ha preso fuoco a causa dell’esplosione del serbatoio di una motocicletta. È sopravvissuto all’incidente con ustioni di primo e secondo grado.
Magdalena Herrera, direttrice della fotografia a Geo France e presidente della giuria di quest’anno, aveva detto che per essere scelta come foto dell’anno l’immagine in questione deve essere molto buona, deve saper coinvolgere e mostrare un punto di vista su una cosa che sta succedendo nel mondo. Herrera ha spiegato che la foto di Schemidt: «È una foto classica, ma ha un’energia istantanea e dinamica. I colori, il movimento, e ha una buona composizione, ha forza. Mi ha dato un’emozione istantanea». Qui trovate un approfondimento sul perché è stata scelta e un confronto con altre immagini di Schemidt e altri fotografi della stessa scena.
Ronaldo Schemidt ha 46 anni e vive in Messico, ma in Venezuela, dove è nato, ha ancora amici e familiari che hanno sofferto della disastrosa situazione che ha scatenato i mesi di proteste. Per questo ha spiegatosul blog dei corrispondenti di AFP che il premio per lui è un conflitto di emozioni: «Per me la foto rappresenta lo stato del paese. È una crisi umanitaria. È un ritratto di come era il Venezuela, ma ora è anche peggio».
Sono stati annunciati anche i vincitori delle altre categorie del concorso.
Per la prima volta quest’anno, a febbraio erano stati presentati tutti i finalisti e solo oggi i vincitori, con un’apposita cerimonia ad Amsterdam. La fondazione ha spiegato che questo nuovo processo è stato scelto per aumentare la visibilità del premio. Un’altra novità di quest’anno è l’introduzione della categoria Ambiente, che ne documenta l’impatto umano, positivo o negativo. La categoria Daily Life è stata invece tolta.
I fotografi finalisti per il World Press Photo of the Year erano cinque, perché Ivor Prickett (Panos Pictures, per il New York Times) partecipava con due immagini, entrambe sulla battaglia di Mosul: una mostra un bambino nudo in braccio a un soldato delle forze speciali irachene, l’altra delle persone in fila per ricevere aiuti a Mosul, e hanno vinto il primo premio nella categoria General News, Storie. Gli altri candidati erano Patrick Brown (Panos Pictures, per Unicef), con una foto sulla crisi dei rohingya, che ha vinto nella categoria General News, immagini singole; Adam Ferguson (New York Times), con il ritratto di una sopravvissuta a Boko Haram (quella e altre foto hanno vinto il primo premio nella categoria Persone, Storie); e Toby Melville (Reuters) con una foto scattata dopo l’attentato sul ponte di Westminster a Londra, che invece trovate al secondo posto della categoria Spot News, Storie.
Per selezionare i vincitori, i giudici hanno esaminato per tre settimane 73.044 fotografie di 4.548 fotografi da 125 paesi diversi. C’erano cinque italiani: Gianluigi di Sturco, Luca Locatelli, Francesco Pistilli, Fausto Podavini e Alessio Mamo.
Come sempre la maggior parte delle immagini racconta soprattutto le grandi notizie dell’anno passato: la crisi dei rohingya, dei migranti e del Venezuela; la battaglia di Mosul; la Corea del Nord; Charlottesvillee la sparatoria di Las Vegas.
La giuria internazionale del premio cambia a ogni edizione: viene nominata dal direttore del WPP Lars Boering ed è composta da sette membri che votano a scrutinio segreto finché una fotografia non ottiene sei preferenze, aggiudicandosi il premio. Oltre alla presidente Magdalena Herrera ci sono: France Thomas Borberg, capo photo-editor di Politiken; Marcelo Brodsky, visual artist; Jérôme Huffer, capo del dipartimento fotografico di Paris Match; Whitney C. Johnson, vice direttrice della fotografia al National Geographic; Bulent Kiliç, responsabile fotografico di AFPin Turchia; Eman Mohammed, fotogiornalista.”
fonte Il Post
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https://www.ilpost.it/2018/04/12/la-foto-che-ha-vinto-il-world-press-photo-2018/